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sabato, settembre 24, 2011

Neutrini più veloci della luce?!?!?!


Facciamo un po' di chiarezza sulla notizia dei neutrini e del superamento della luce! Sulla rete circola di tutto e di più.
Allora ecco i riferimenti, compreso mail dello scienziato italiano:
http://www.lhep.unibe.ch/pages/people.php?id=4&lang=en
Inoltre riporto un'intervista del giornale La Stampa, da cui ho trascritto degli stralci:
http://www3.lastampa.it/scienza/sezioni/news/articolo/lstp/421779/

Professor Antonio Ereditato, lei è il coordinatore del test Opera: come ha vissuto questa giornata?
«Dal punto di vista delle coronarie, impegnativa. I nostri risultati non sono facili da credere, le persone che sono intervenute al seminario, qui al Cern, ci hanno sottoposto a un fuoco di domande. Ma siamo riusciti a far fronte agli interrogativi. Noi stessi non sappiamo ancora se i neutrini sono davvero più veloci della luce. Ma al momento questa è la nostra osservazione e volevamo che la comunità scientifica riconoscesse che abbiamo fatto bene il nostro lavoro. Forse poi risulterà che tutto è dovuto a un qualche fenomeno per ora non previsto: la scienza funziona così».


Dobbiamo credervi? Il vostro rapporto è sobrio, ma si chiude con una frase irrituale che rivela la straordinarietà dell'annuncio: «Nonostante l'ampia significatività della misura riportata e la stabilità dell'analisi, il potenziale grande impatto dei risultati motiva la continuazione degli nostri studi».
«Si tratta di un risultato così inaspettato che ci obbliga ad essere cauti. Ogni misura può essere alterata da due tipi di errori. In primis gli errori statistici, che possono derivare dalla scarsità dei casi esaminati: per questo abbiamo preso in considerazione un elevato numero di eventi, 15 mila, e continueremo a raccogliere i dati. Il secondo tipo di errore è sistematico e può essere dovuto a difetti delle strumentazioni. Ecco perché è necessario che le misure vengano ripetute altrove: esistono strumenti adatti sia negli Usa che in Giappone».


Dovevate conoscere in modo precisissimo sia la distanza fra il Cern e il Gran Sasso che il tempo di percorrenza. Come avete fatto?
«Ci siamo affidati a esperti di geodesia della Sapienza di Roma e di istituti svizzeri e tedeschi. Per misurare le distanze sono stati utilizzati dei Gps sofisticati, mentre per i tempi di percorrenza abbiamo adoperato degli orologi atomici sincronizzati».



Insomma Einstein non si dovrà rivoltare nella tomba. Abbiamo fatto un passo in avanti per un futuro da scoprire. Un plauso alle menti italiane, anche se sono all'estero!
Causa ed effetto docet!!!